Biografia

Mantova, 19 febbraio 1912 – Roma, 22 gennaio 1995

Giulio Turcato è stato un pittore italiano, fra i principali esponenti dell’astrattismo informale italiano.

Nel 1920 si trasferisce con la famiglia a Venezia, dove segue saltuariamente l’Accademia o piuttosto la scuola del nudo, perchè la famiglia lo osteggia nella sua scelta artistica.

Dopo l’infanzia si trasferisce a Milano nel 1934, dove, ammalatosi spesso, passa per vari ospedali riuscendo comunque ad allestire la sua prima mostra personale e ad entrare in contatto con il Gruppo di Corrente senza aderirvi.

Arriva nel 1943 a Roma, dove frequenta l’Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori contemporanei, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni ’40 e ’70. A Roma, assieme ad Emilio Vedova e Toti Scialoja, espone alla Galleria dello Zodiaco e alla Quadriennale di Roma.

Nel 1945 la casa editrice Sandron fa uscire il volume ‘Interviste di frodo’, in cui Marcello Venturosi, annotando alcuni momenti della vita artistica romana, parla anche di Turcato, tracciandone un personale ritratto.

In occasione di una mostra alla Galleria del Secolo di Roma sottoscrive insieme a Corpora, Fazzini, Guttuso e Monachesi un Manifesto del Neocubismo, divulgato da “La Fiera Letteraria” nel 1947.
Alla fine dell’anno si reca a Parigi con Accardi, Attardi, Consagra, Maugeri, Sanfilippo e Vespignani, restando fortemente impressionato dal lavoro di Magnelli, Picasso e Kandinski.

Nel 1948 partecipa alla Rassegna nazionale di arti figurative di Roma. Successivamente aderisce al gruppo del Fronte nuovo delle arti, e partecipa in questo gruppo alla Biennale del 1948.

Nel 1949-1950, Turcato aderisce al progetto di Giuseppe Verzocchi volto a creare una Collezione di quadri dedicata al lavoro di artisti contemporanei, inviando, oltre ad un autoritratto, l’opera Gli scaricatori. La Collezione è attualmente conservata presso la Pinacoteca civica di Forlì.

Nel 1953 vince un premio acquisto in occasione della prima edizione del Premio Spoleto.

L’attività espositiva e la fortuna critica di Turcato hanno pochi eguali nell’arte italiana del ‘900: egli è presente alla Biennale anche nel 1954, 1956, 1958 (Sala personale e vincitore del Premio Nazionale), 1966 (Sala personale), 1968, 1972 (Sala personale), 1982, 1986, 1988, 1993 e ancora un’ultima volta nel 1995, portando a 15 le sue partecipazioni alla rassegna veneziana.

Nel 1955, nel corso di una delle numerose Quadriennali romane a cui fu invitato, la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma acquista un suo ‘Reticolo’ per l’inserimento nelle collezioni permanenti. Espone con personali in tutto il mondo, tra cui le rassegne documenta di Kassel e la Biennale di San Paolo. Fra i musei, espone al MoMa di New York, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, alla Staatsgalerie Moderner Kunst di Monaco, al Musée de l’Athenée di Ginevra, il Philadelphia Museum of Art.

Nel 1956 compie un viaggio in estremo oriente passando per Mosca fino a giungere in Cina, dove in giugno espone insieme a Sassu, Tettamanti, Zancanaro, Raphael e Fabbri alla mostra Cinque Pittori italiani in Cina.

A partire dal 1960 espone con Novelli, Perilli, Dorazio, Consagra, Bemporad e Arnaldo Pomodoro nell’ambito delle rassegne intitolate Continuità, promosse in diverse gallerie italiane da Giulio Carlo Argan.

Due personali, una alla New Vision Centre Gallery di Londra ed un’altra al Canale di Venezia, si svolgono nel corso del ’62.

Nel 1963 Emilio Villa torna ad occuparsi di lui presentandone la personale alla Tartaruga di Roma. Stipula inoltre insieme a Dorazio, un contratto con la Galleria Marlborough di Roma.

Nel 1966 Maurizio Calvesi ne ‘Le due avanguardie’ e Maurizio Fagiolo in ‘Rapporto 60’ parlano della sua pittura, mentre Nello Ponente cura il testo che accompagna la sua sala personale alla Biennale di Venezia, in cui compaiono diverse gommapiuma.

Nel 1973 la città di Spoleto gli dedica una prima mostra antologica, curata da Giovanni Carandente, seguita a distanza di un anno da un’altra, più vasta, al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Il 24 febbraio 1984 si inaugura presso il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano la mostra Giulio Turcato.

In seguito ad una crisi respiratoria, muore a Roma il 22 gennaio 1995.