Sassu Aligi
 
	Biografia
Milano, 17 luglio 1912 – Pollença, 17 luglio 2000
Aligi Sassu, pittore e scultore italiano, nasce a Milano da Lina Pedretti, originaria di Parma, e Antonio Sassu, sardo, che nel 1894 aveva partecipato alla fondazione del Partito Socialista Italiano a Sassari. Il padre, legato da una forte amicizia con Carlo Carrà, lo conduce nel 1919, a soli sette anni, all’Esposizione Nazionale Futurista presso la Galleria Moretti di Palazzo Cova, che vede riuniti i più grandi futuristi e le giovani leve.
All’inizio del 1921 la famiglia Sassu torna in Sardegna. Qui Aligi frequenta la scuola elementare e conosce alcuni dei futuri elementi della sua attività di pittore, i cavalli e i caldi colori dei paesaggi sardi. Dopo una permanenza di tre anni, la famiglia ritorna a Milano e qui l’interesse del pittore per l’arte futurista aumenta.
Nel 1925, con la famiglia ormai in ristrettezze economiche, è costretto a lasciare la scuola. Svolge diversi lavori ma riesce al contempo, frequentando i corsi serali, a concludere gli studi. Insieme all’amico e designer futurista Bruno Munari, si presenta a Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo. Questo incontro si rivela molto proficuo: nel 1928 viene infatti invitato dallo stesso Marinetti a partecipare con le sue opere alla Biennale di Venezia. In quegli anni, grazie alle amicizie del padre, conosce bene le opere di tanti pittori italiani, tra cui Boccioni e Carlo Carrà, Gaetano Previati e Giandante X (alias Dante Persico). Studia Picasso, Diego Velázquez ed il nudo plastico. Di questo periodo è L’Ultima cena, il dipinto che sintetizza l’arte di Sassu pittore e, negli abiti moderni dei personaggi e l’ambientazione urbana, preannuncia quello che sarà il suo stile futuro.
Negli anni fra il 1927 e il 1929 dipinge di sport, industrie e macchine; ecco allora ‘I Ciclisti’, ‘Pugilatori’, ‘I Minatori’ e ‘Uomini rossi’.
Nel 1928, a soli sedici anni, è invitato alla XVI Biennale di Venezia.
Nel 1929 si iscrive all’Accademia di Brera. Dopo due anni è costretto ad abbandonarla per motivi economici, frequenta così l’Accademia Libera istituita dal direttore della Galleria di Milano, Barbaroux, che permette a Sassu e ad altri artisti impossibilitati a mantenersi i corsi di Brera di disporre di cavalletti e modelle in cambio di un quadro al mese per la sua galleria. Tutto questo però non dura molto e il pittore è costretto ad arrangiarsi come può. Sempre nel 1929 dipinge una Ultima cena, incunabolo della sua concezione di figurazione.
Con Giacomo Manzù, Nino Strada, Candido Grassi, e altri pittori contemporanei riesce nel 1930 ad allestire a Milano la sua prima mostra importante, recensita anche da Carlo Carrà.
Nel 1932, alla Galleria del Milione espone i Giocatori di dadi e i Ciclisti.
Nel 1934 soggiorna per un periodo di tre mesi a Parigi studiando Matisse, Delacroix, Cezanne ed i dipinti dei pittori dell’Ottocento esposti al Louvre. Particolarmente forte sarà l’influenza di Delacroix.
Del 1936 è Il Caffè, uno dei suoi quadri più celebri che rappresenta la Coupole di Parigi, così pure I Concilii. Nel frattempo aumentano le sue quotazioni ma anche il suo impegno politico e, quando in Spagna scoppia la Guerra civile, diventa un attivo antifascista. Di questo periodo è ‘Fucilazione nelle Asturie’.
Accusato di complotto, Sassu viene arrestato e rinchiuso nel carcere di San Vittore, e successivamente nel Regina Coeli, con l’accusa di sovvertimento dell’ordine dello Stato e la condanna a dieci anni di reclusione.
Graziato nel luglio del 1938, rimane però un sorvegliato speciale.
Solo nel 1941 può esporre nuovamente: per la prima volta compaiono in pubblico gli ‘Uomini rossi’. L’esposizione avviene nella ‘Bottega di Corrente’.
Nel 1943 illustra i Promessi sposi del Manzoni che però presenterà queste tavole solo nel 1983, nella casa Manzoni a Milano.
Nel 1947 si dedica alla ceramica producendo circa un centinaio di pezzi.
Ritornato in Sardegna nel 1950, trae ispirazione dai paesaggi che lo circondano e dipinge scene della vita contadina e marinaresca, quali le Tonnare.
Nel 1954, a Vallauris incontra per la prima volta Picasso.
Due anni dopo, nel 1956, Picasso gli mostrerà le sculture che esporrà successivamente al Museo di Antibes.
Nel 1963 alle isole Baleari, inizia quello che possiamo definire il suo periodo spagnolo, con le Tauromachie e i personaggi mitologici, avanzando le sue sperimentazioni su colori sempre più accesi.
Nel 1965 i suoi disegni e sculture vengono esposti alla Galleria Civica di Monza; sarà poi la volta di una mostra antologica a Bucarest e, successivamente, alla Galleria d’Arte Moderna di Cagliari.
Nel 1968 dipinge il Che Guevara, che dona al Museo de L’Avana.
Nel 1972 si unisce in matrimonio a Helenita Olivares.
Nel 1973 il Vaticano gli dedica una sala nella Galleria dell’Arte moderna.
Tre anni dopo, nel 1976, realizza due mosaici per la parrocchia di Sant’Andrea a Pescara e l’anno successivo espone anche all’estero, a Rotterdam, Toronto e Maiorca.
Nel 1982 gli viene attribuito il riconoscimento ‘Gli uomini che hanno fatto grande Milano’.
È del 1984 una prima mostra antologica a Ferrara, al Palazzo dei Diamanti, e poi a Roma a Castel Sant’Angelo, a cui segue quella di Milano, al Palazzo Reale. Ma tante altre ne seguiranno a livello internazionale: Siviglia, Madrid, e Ottawa tra le altre.
Nel 1992 partecipa al progetto ‘Arte Italiana nel mondo’ esponendo a San Paolo, Bogotà e Buenos Aires.
L’anno successivo, 1993, realizza nella nuova sede del Parlamento europeo a Bruxelles, il murale in ceramica ‘I Miti del Mediterraneo’.
Nel 1995 viene nominato Cavaliere della Gran Croce dal Presidente della Repubblica.
Nel 1998 dopo una donazione cospicua di ben 356 opere, nasce la Fondazione Aligi Sassu a Lugano.
Aligi Sassu muore a Pollença, Maiorca, il 17 luglio del 2000, all’età di 88 anni, proprio il giorno del suo compleanno.
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