Anno:
30 Novembre 1997
Curatori:
Mario Pisani
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Copertina

La tematica della decorazione è riemersa negli ultimi decenni, ma non ha registrato una interpretazione critica univoca. In realtà il ritorno all’ornamento è stato tentato da alcuni artisti creativi, anche molto significativi, ma non ha rappresentato una riscoperta epocale, piuttosto una visione fortemente innovativa, che però non è stata in grado di produrre svolte storiche.

Viene allora da chiedersi perché Paolo Portoghesi, in una mostra come questa, messa a punto con le ceramiche della fornace dell’Antica Deruta, vuole riproporre la decorazione. La questione della decorazione appare non risolta anche se qualcuno sostiene che rappresenta un dato completamente superato dall’ideologia del Moderno, anche se poi ne pratica l’uso con compiacimento e risultati interessanti.

Superando le varie diatribe possiamo spiegare il senso del lavoro di Paolo Portoghesi se rapportiamo la decorazione a ciò che avvenne nel Rinascimento. In quegli anni essa è stata utilizzata sia in funzione della scoperta della prospettiva sia del recupero del classicismo, e molto spesso la decorazione ha cercato i suoi modelli nella matematica.

Oggi la matematica non è più la stessa di quella del Rinascimento e la novità straordinaria degli anni Sessanta e Ottanta è stata la scoperta dei frattali, ossia di processi matematici di forme infinite la cui caratteristica essenziale sta nell’autosimilarità, ossia nel fatto che in ognuno di questi processi si ritrovano forme analoghe, di dimensioni diverse secondo una scala crescente o decrescente, secondo una imprevedibile e caotica capacità di ripetizione.

Nella decorazione che possiamo realizzare su una ceramica il procedimento è semplicemente suggerito, ma pieno di quella fascinazione che rappresenta anche il modo migliore per interpretare i frattali, riproponendoli per come sono, come il computer ce li ha rivelati.