Gabriel Caruana – Artista del Mediterraneo

Il Mediterraneo, come sostengono i geologi, è nato dalla deriva dei continenti: la grande madre Africa, probabile origine di tutte le Civiltà; l’Asia attraverso la Turchia ed i Paesi Arabi dove nascono, come fortezze inviolate le prime città degli scambi, e la giovane Europa che vede gran parte delle sue coste bagnate da questo mare, o meglio ancora da una sorta di ampia fessura, di grande spacco d’acqua che separa le diverse terre che la avvolgono senza tuttavia giungere, per la sua vastità, a quella sorta di incommensurabile e ed ignoto rappresentato dagli Oceani.
Malta è al centro di questo anello ed indubbiamente ha risentito, fin dalle sue antichissime origini, di tutto ciò che l’avvolgeva e giungeva sulle sue coste grazie al mare, “amnios originario dell’umanità e culla di civiltà”, per dirla con Claudio Magris.
L’intensità, il vigore delle ceramiche realizzate presso le fornaci dell’Antica Deruta dirette da Alviero Moretti da Gabriel Caruana, un artista particolarmente particolarmente rappresentativo del suo Paese e della cultura espressa del Mediterraneo, comporta inevitabilmente apprestarsi a compiere un viaggio all’indietro nel tempo, alla ricerca delle origini dell’arte e della stessa civiltà dell’uomo, ed insieme un guardare avanti, alla sensibilità dei nostri giorni che grazie all’arte riesce ad essere espressa nella sua forma più alta e rappresentativa.
Caruana ci parla con la leggerezza, la velocità, la distrazione tipica dell’oggi, dell’infanzia del mondo. Ci narra con l’eloquio la terra tranquillo ed incisivo di quando un nostro progenitore mescolando la terra con l’acqua scopre le straordinarie virtù della creta; accostando gli oggetti che ha modellato al fuoco comprende che diventano indistruttibili, eterni, pronti ad ospitare liquidi e solidi, ad adornare la sua umile dimora e la sua tomba, rendendo meno aspro il superamento della soglia dell’aldilà.
Se osserviamo con attenzione le sue sculture, così fortemente plastiche e materiche, cercando di recepire ed introiettare tutto ciò che sono in grado di comunicarci, acquisiamo la consapevolezza della forte capacità emozionale che è in grado di trasmettere l’arte, dischiudendoci l’uscio su qualcosa che no ci era ignoto, ma che avevamo perduto e temevamo per sempre.
Queste opere leggere come canzoni o versi poetici ed insieme pesanti come macigni, sono la rappresentazione evidente del coraggio di proporre insieme alla ricerca ed alla sperimentazione, gli antichi linguaggi.
Il nostro artista, uomo dell’Europa in formazione e coscienza critica del bacino del Mediterraneo, vuole ricordare all’uomo questa nobile missione: trascrivere il proprio tempo, creare opere in grado di significarlo.
Mario Pisani
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