Biografia

Chalot, 1926

François Morellet viene considerato il più grande precursore del minimalismo in Europa e uno dei più grandi maestri per quanto riguarda l’astrazione geometrica. E’ iniziato come artista dal padre il quale, dopo essere stato sottoprefetto, diventa il direttore di una fabbrica di giocattoli, produttrice tra gli altri di diversi libri che vengono illustrati proprio dal giovane Morellet.

Nel 1937, la famiglia si trasferisce a Parigi.

Morellet inizia a dipingere nel senso pieno del termine nel 1946, ma è negli anni ’50 che, influenzato dal neoplasticismo di Mondrian e di Van Doesburg, procede verso una radicale riduzione formale e cromatica in un mescolarsi di caso e ragione. Morellet intende la pittura come capace di esprimersi in un linguaggio semplice e geometrico costruito su forme semplici. Predilige dunque il quadrato, i traingoli e le linee, ed utilizza un range limitato di colori.

Momento di svolta è il 1951. Grazie ad alcuni viaggi, il primo dei quali a San Paolo, in Brasile, dove incontra l’artista Max Bill, e poi in Spagna, dove può ammirare l’Alhambra di Granada – complesso di palazzi di architettura di matrice islamica che lasciano totalmente affascinato Morellet sia dal punto di vista della struttura architettonica, sia dal rigore geometrico – il percorso artistico del pittore registra il definitivo volgersi verso l’astrazione e il geometrismo.

Tra il 1960 e il 1970 produce quindi le cosiddette “Distribuzioni a caso” e le “Repartition alle toires”. L’artista comincia a creare le prime ‘cornici’, ovvero reti di linee parallele sovrapposte in un preciso ordine. Inoltre, determinato a trovare un nuovo mezzo espressivo, Morellet inizia a fare uso, all’interno delle sue opere, del neon. Nel 1972 partecipa alla Biennale di Venezia ed inizia a esporre le sue retrospettive in tutta Europa, fino al 1980 dove arriva ad esporre anche negli Stati Uniti. Realizza in questi anni diverse esposizioni, al Kunstmuseum di Bochum e di Düsseldorf nel 1972, alla Nationalgalerie di Berlino e al Musée d’art moderne di Parigi cinque anni più tardi.

Tra il 1970 ed il 1980, istituisce e forma un nuovo gruppo di artisti sotto l’acronimo GRAV (Groppe de Ricerche d’Art Visuelle), con l’intento di creare un’arte sperimentale basata sulla conoscenza scientifica della percezione visiva. Inizia per lui un nuovo periodo nel quale l’artista cerca una forte interazione con lo spazio che le circonda.

Tra gli anni 80-90 produce diverse opere tra cui le “Deturpazioni”, le “Declinasions de pi greco”e le “Geometrees”. Realizza nuove esposizioni, presso l’Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, il Musée d’art contemporain di Montréal e il The Brooklyn Museum di New York, nel 1984, e al Centre Georges Pompidou e al Stedelijk Museum di Amsterdam due anni più tardi. Tra le sue installazioni permanenti ricordiamo la piazza di Grenoble, realizzata nel 1988, il Musée des Beaux-Arts di Grenoble, del 1991, il Kunstmuseum di Bonn, anno 1997, il Tunnel di Ginevra nell’anno successivo e ancora, l’edificio della Daimler-Crysler, sulla Potsdamer Platz di Berlino, realizzato da Renzo Piano, l’intervento nell’edificio della Obayashi Corporation di Tokyo e il Bahnhof Ost di Basilea nel 1999.

Negli anni 2000 viene esposto presso la Galerie nationale du Jeu de Paume di Parigi, il Museum Würth di Kunzelsau e la Haus für Konstruktiv di Zurigo.

Una delle sue ultime opere risale al 2010, “Lo spirito di scale” commissionata dal Louvre.