Biografia

Feurs (Francia) 1912 – Numana (Italia) 2002

Philippe Artias è un giovane sensibile, sognatore, e di salute malferma.

Apparentemente, non possiede grande tenacia e determinazione; in realtà nella vita saprà essere un lottatore, distinguendosi dapprima nello sport, e poi, durante la seconda guerra mondiale, militando nelle file della resistenza francese (a guerra terminata, verrà decorato per il valore ed il coraggio dimostrati).

Si avvicina alla pittura negli anni trenta, nello stesso momento in cui Picasso si allontana dal Cubismo per accostarsi alla figura e Matisse termina l’opera “La Danza” del 1932.

Nel 1945, per la prima volta, espone a Parigi alcune opere quasi astratte.

Ma la vera svolta della sua vita pittorica si ha nel 1948, anno in cui incontra Picasso e si trasferisce a Vallauris, dove quest’ultimo risiede e gli è accanto, amico di conversazione e di studio per cinque anni.

Dirà Artias “vedere vivere Picasso è stata, per me, la più grande lezione di pittura che abbia avuto”.

Amico anche di Pignon, si dedicherà, con la presenza illuminante di Picasso, al ritratto e alla ceramica.

A metà degli anni 50 Artias riprende il tema del paesaggio, poi del nudo ed infine del nudo-paesaggio che gli permette di fondere il continuo divenire della natura con l’essere umano in movimento.

Queste opere saranno esposte in Svizzera e a Parigi.

Dal 1950 al 1973 è presente al Salon de Mai.

Nel 1963 inizia i primi studi sulla famiglia Reale di Goya, grande ciclo pittorico terminato negli anni ’80 che comprende oltre trenta oli e duecento acquarelli preparatori.

Nel 1964 vince il gran premio della pittura di Avignone presentando opere dedicate alla Rivoluzione Francese e alla figura di Robespierre.

Negli anni successivi espone a Stoccolma, Neuchatel e in numerose località del Giappone, inoltre presenta una mostra itinerante in quattordici città degli Stati Uniti, cui fanno seguito mostre a Basilea, Ginevra, Londra, Parigi, Los Angeles.

Alla fine degli anni ’60 si avvicina allo studio della sensualità femminile che diverrà poi negli anni a seguire lo studio dell’erotismo del corpo.

Negli anni ’70 inizia ad utilizzare i colori piatti, tecnica pittorica che Artias chiamerà “La ricerca dell’equilibrio tra la forma e il colore”.

Dal 1976 trascorre lunghi periodi in Italia. La scoperta dell’architettura nonché dei grandi pittori italiani del quattrocento, lo portano a dipingere una serie di opere dedicate a Roma e Venezia. Non solo le città attraggono il suo sguardo, ma anche il paesaggio e nascono così “Le Spiaggie” e “I Paesaggi”.

All’inizio degli anni ’80 intraprende un lungo ciclo che intitola “Geotema” in cui realizza tutte le combinazioni nate dalla geometria – ragione – sovrapposte al corpo nudo femminile – emozione – .

Gli anni ’90 sono densi di riconoscimenti: mostra al Carré des Arts di Parigi, mostra al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, mostra al Petit Palais di Ginevra, invito nel 1996 dell’Unesco a Parigi, insieme a 100 artisti scelti in tutto il mondo.

Nel 1997 viene insignito della massima onorificenza francese, la Legion d’Onore.

Nel 2000, primo tra gli artisti contemporanei, espone in Cina al Museo Nazionale dell’Arte Cinese di Pechino.

La sua arte vive nei Musei del mondo; sue opere sono infatti a Parigi, Ginevra, Pechino, Dunkerque, San Paolo del Brasile, Ferrara, Neuchatel, Saint-Etienne, Città del Messico, Avignone, Abidjan, Teheran, Urbino.